Facciamo chiarezza!
Discutibili le polemiche sulle responsabilità dell’ennesima emergenza rifiuti che ha investito tutti i comuni della regione Calabria, nessuno escluso.
E come sempre, invece di cercare insieme una soluzione propositiva, che alla luce della recente pandemia e nuovo riscoperto senso dell’igiene e tutela della salute, dovrebbe mettere in secondo piano inutili campanilismi, e far prevalere in ognuno di noi il senso di responsabilità, si alimentano polemiche sterili, che non fanno che aggravare la situazione, diffondendo notizie confusionali e poco chiare, e perdendo di vista completamente l’obiettivo.
Premesso che la produzione dei rifiuti è imprescindibile dalla vita su questo pianeta, e che a tale produzione deve corrispondere una corretta gestione di tali rifiuti, e considerato che a quasi due anni di lavoro da parte delle ATO, siamo ancora all’anno 0, e che piuttosto che affrontare il problema si continua ad alimentare infuocate discussioni su costi e scelte etiche.
Polemiche di cui non sappiamo che farcene se i cumuli di rifiuti stanno davanti ai ristoranti e alle attività commerciali, che a stento stanno tentando di ripartire dopo tre mesi di immobilità economica.
Il protrarsi di tale situazione farà sì che le nostre città saranno sommerse dai rifiuti, proprio quando si alleggerisce la tensione sui contagi e le frontiere regionali ed europee si aprono per far ripartire anche il turismo che costituisce il 20% del prodotto interno lordo calabrese. E ancora, come negli anni passati si ricorra a misure di contenimento eccezionali ed emergenziali, ad un costo nettamente superiore alla norma, perché l’esigenza diviene quella di liberare le strade dai rifiuti, e non di creare un ciclo "virtuoso" efficiente ed efficace.
Ma cosa significa un ciclo virtuoso e cosa cambierebbe in termini di costi e benefici ambientali?
Il diagramma in allegato mostra le varie fasi di trattamento a cui i rifiuti dovrebbero essere sottoposti per garantirne il recupero ottimale degli stessi, necessario a vivere in un ambiente più salubre e a contenere enormemente i costi, se gli impianti necessari fossero nel raggio di 50/100 km da ogni agglomerato urbano, in modo da evitare gli ingenti costi di trasporto necessari a trasferire tali rifiuti al Nord d’Italia o addirittura all’estero, e le enormi quantità di immissioni di CO2, legate al trasporto stesso.
E allora rimbocchiamoci le maniche!
L'unico modo per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare ed iniziare a fare(Walt Disney)!